Tra i composti naturali associati al rischio di infarto miocardico e coinvolti anche nei processi infiammatori, si e’ potuto dimostrare che il fattore del complemento C3 sierico correla con i principali fattori di rischio endogeni e all’insulinemia. Sono state accertate le relazioni di alcuni markers infiammatori (proteina C reattiva, fibrinogeno e C3) e dei fattori di rischio tradizionali con l’ispessimento dell’intima-media e le caratteristiche morfologiche delle placche nelle arterie carotidi e femorali.
I risultati mostrano che l’infiammazione associata alle proteine della fase acuta e al rischio cardiovascolare non e’ quella presente nelle placche aterosclerotiche. La dieta ipocalorica ha effetti positivi sui livelli di sierici di C3, in quanto essi diminuiscono nei soggetti con valori stabilmente elevati. Il calo ponderale e’ quindi la condizione in grado di riportare i valori sierici di C3 nella norma, suggerendo una correlazione tra il tessuto adiposo e la sintesi di questo fattore, assieme ad altre piu’ note citochine pro-infiammatorie.
Molti studi stanno evidenziando anche il ruolo del sistema immunitario nella patogenesi dell’aterosclerosi. Si e’ potuto dimostrare che il gene dell’enzima purina nucleoside fosforilasi, la cui mancanza e’ associata a difetti immunologici, sia soggetto a polimorfismo nella popolazione studiata e che sia prevalente il genotipo GG in pazienti affetti da infarto acuto del miocardio. Le variazioni del gene della purina nucleoside fosforilasi possono quindi essere considerate come fattori di rischio genetico per le complicazioni associate ad ischemia del miocardio, rinforzando il concetto che risposte immunologiche alterate possano essere coinvolte nella patogenesi dell’aterosclerosi.